Come Lavorare in Inghilterra? Quali Documenti Servono?

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L’Inghilterra rappresenta da sempre una forte attrattiva per i giovani italiani in cerca esperienze. Sin dagli anni ’60, per via del fermento culturale e dello stile di vita, la Gran Bretagna in generale e Londra in particolare hanno esercitato un forte richiamo sui nostri connazionali.

Negli ultimi anni, complice la situazione di stallo economico nel nostro Paese e la difficoltà di trovare occupazioni adeguate e stabili, la tendenza a traferirsi in terra d’Albione è aumentata rispetto al passato. Ma naturalmente emigrare in un Paese straniero merita un’accurata pianificazione e necessita una valutazione certosina dei pro e dei contro. In questo articolo cercheremo dunque di chiarire gli aspetti più controversi e di analizzare opportunità e criticità di una decisione così radicale.

La lingua

L’inglese viene parlato fluentemente da tutti i cittadini europei, fatta eccezione per i paesi dell’area mediterranea tra cui l’Italia. Inutile nascondersi: una conoscenza almeno di base della lingua vi aiuterà molto nei primi mesi.

Vale dunque la pena di cominciare ad esercitarsi, magari seguendo qualche corso di inglese, ancor prima della vostra partenza. Inoltre, sarà la vostra conoscenza della lingua a spalancarvi le porte a lavori più qualificanti.

Fermo restando che tre mesi in loco varranno di più di qualunque corso in Italia, il consiglio è di cominciare a studiare.

Trasferirsi in Inghilterra: quali documenti servono?

Passiamo dunque agli aspetti burocratici e cominciamo col dire che, in quanto cittadini appartenenti all’Unione Europea, la legge inglese non ci richiederà iter particolari. Dunque, ad un italiano che voglia trasferirsi in Inghilterra le autorità non prevedono il visto per entrare nella nazione.

Ovviamente, un viaggio in Inghilterra che sia finalizzato alla ricerca di lavoro e ad una residenza stabile necessiterà di altri documenti.

A differenze dell’Italia, infatti, in Inghilterra il lavoro nero è fortemente scoraggiato, dunque avrete bisogno di una documentazione ad hoc per trovare un impiego, a partire dal NIN, acronimo del National Insurance Number.

Il NIN (o NI) è il corrispettivo del nostro codice fiscale ed è necessario affinché il vostro datore di lavoro possa pagarvi i contributi obbligatori. Per ottenerlo dovrete rivolgervi al Social Security Office del vostro borough al quale dovrete presentare un documento d’identità, il contratto di affitto e la lettera di assunzione.

Se tutto fila liscio, in due settimane circa otterrete il documento.

Il NIN vi attribuisce uno status lavorativo in tutto e per tutto riconducibile ai cittadini britannici, e inoltre vi garantisce diritti come quello di ottenere l’assegno di disoccupazione dopo almeno 6 mesi continuativi di lavoro.

Un’altra prassi da seguire è quella di aprire subito un conto bancario, dato che il datore di lavoro vi pagherà esclusivamente con un accredito su tale conto. Non è difficile ed è di regola poco dispendioso: basta rivolgersi ad una banca e versare un piccolo acconto sul proprio conto.

Dove trovare alloggio: meglio dentro o fuori Londra?

Inevitabilmente, Londra è la città che attrae maggiormente i lavoratori stranieri e che offre maggiori possibilità. La capitale, che con il suo hinterland arriva a contare 14 milioni di cittadini, è tra le più eccitanti e ricche di opportunità del mondo.

Naturalmente tutto si riverbera sui costi: gli affitti non sono alla portata di tutti, a meno che non ci si voglia spostare in periferia. Considerate però che il servizio offerto dalla celebre Tube, la metropolitana, è ottimo: benché sovraffollata, garantisce di raggiungere tutti i luoghi della città in breve tempo. Preferite però un abbonamento tipo Oyster Card o Travelcard, dato che il biglietto per la singola corsa è abbastanza caro.

Veniamo agli affitti: si parte da almeno 300 euro per una camera in periferia, magari nell’East che è la zona meno cara, sino ad arrivare a cifre davvero elevate nelle zone più ricercate come il West e il South.

Un monolocale tutto per voi in città non costerà meno di 1200 sterline al mese. Ricordate anche che alle spese di fitto (considerate anche una caparra di un minimo di tre mesi) dovrete aggiungere i costi di agenzia, la Council Tax, la Tv Licence e bollette varie.

Alla luce di tutto questo, e del costo generale della vita nella capitale, una buona scelta può essere quella di cercare altrove: l’Inghilterra è un grande Paese, con città molto importanti quali Manchester, Liverpool, Leeds, Birmingham ed altre dove il costo della vita è un po’ più basso.

Inoltre, qualora non vogliate abbandonare l’idea di lavorare nella capitale, un consiglio è quello di cercare nei dintorni.

Ad un’ora circa da Londra è possibile trovare piccoli comuni molto graziosi dove i costi dell’alloggio sono decisamente più umani.

E’ una scelta radicale che presuppone anche un maggiore esborso per gli spostamenti, ma potrebbe risultare vincente alla luce del fatto che è possibile trovare fitti anche tre volte inferiori a quelli di Londra e che vi consentirà di vivere in un ambiente certo meno cosmopolita, ma decisamente più autentico.

Come e dove trovare lavoro

Il mercato del lavoro in Inghilterra è decisamente diverso dal nostro dato che lì, maggiore flessibilità non fa necessariamente rima con precarietà. Inoltre, il sistema inglese è fortemente meritocratico e dunque chi vanta competenze specifiche, anche prescindendo dai titoli di studio, potrà ambire sin da subito ad una buona occupazione.

Naturalmente non mancano le possibilità di trovare impieghi temporanei come cameriere in caffetterie, pub e ristoranti, un’occasione spesso molto formativa per i più giovani. Ma se ambite ad altro, ricordate che vi sono settori in espansione come quello del turismo, della sanità e dell’information technology.

Se, inoltre, avete un capitale da investire, sappiate che in UK si è registrato lo scorso anno un numero elevato di start-up grazie al basso costo del lavoro e ad una tassazione equa. In ogni caso, anche in Inghilterra valgono alcune regole essenziali: dotarsi di un curriculum ben scritto (naturalmente in inglese) con in rilievo le vostre esperienze professionali, rivolgersi personalmente alle agenzie di recruiting più che ai siti online, prepararsi adeguatamente per il colloquio.

I salari in Inghilterra dipendono dal settore, ma la legge individua un paga minima per ora (circa 5,7 sterline lorde): ciò significa che per 40 ore settimanali otterrete almeno 800 sterline nette al mese. Dunque, sotto questa cifra, sarà impossibile scendere per legge.

Ovviamente, se è vero che Londra offre svariate opportunità, è anche vero che nella capitale la concorrenza è altissima, dato che ogni anno sono decine di migliaia gli stranieri che la raggiungono per trovare lavoro e risiedervi stabilmente.

Troverete meno opportunità, ma anche meno concorrenza, nelle altre città inglesi.

E’ il caso quindi di considerare la possibilità di cercare lavoro in città come Liverpool, famosa per il suo porto, o Manchester, che offre alcune opportunità anche nel settore culturale, o Brighton, considerato il porto di Londra e vivace centro turistico.

Altre possibilità interessanti le offrono città come Leeds, dal costo della vita molto basso e che sta attraversando un periodo di rinnovamento legato alla riqualificazione urbanistica dei suoi quartieri, e Birmingham, metropoli di sicuro fascino nella quale risiede stabilmente anche una nutrita comunità italiana.